Castel San Zeno, nucleo più antico delle fortificazioni medievali di Montagnana, dopo il restauro del 1996 custodisce la memoria storica della città e ospita alcune delle sue più prestigiose istituzioni culturali.
Il Museo Civico è dedicato alla memoria dell’illustre cittadino montagnanese Antonio Giacomelli, ispettore onorario della Soprintendenza Archeologica. Profondo conoscitore della storia del territorio, grazie alla sua opera fu promossa con forza e passione l’istituzione del museo, dando impulso ad una nuova esposizione delle collezioni ed alla loro unione con i reperti conservati nel lapidario romano, inizialmente situato nell’antica chiesetta di San Giovanni dei Battuti.
La visita guidata al museo consente di ammirare la suggestiva corte d’armi del castello e di accedere alle sezioni: archeologica, medievale e moderna, musicale.
La prima sala della sezione archeologica raccoglie materiali di età preistorica e protostorica ed ospita i più antichi ritrovamenti dal territorio montagnanese, databili al tardo-neolitico ed eneolitico (fine IV-III millennio a.C.), costituiti prevalentemente da manufatti in selce. Seguono le testimonianze archeologiche dell’età del bronzo: oggetti di uso quotidiano come boccali e scodelle, strumenti in selce e corno, e vasi ossuario contenenti i resti della cremazione dei defunti. Le testimonianze più importanti e più consistenti dell’antica Montagnana riguardano però l’età del ferro e furono ritrovate in località Borgo S. Zeno. Qui infatti, lungo l’antico corso del fiume Adige, si trovava un importante abitato protostorico databile tra la fine dell’età del bronzo e gli inizi dell’età del ferro (XII-VIII secolo a.C.). Sono documentate la lavorazione della ceramica, la filatura, la tessitura, l’industria del bronzo, la lavorazione dell’osso-corno e della pasta di vetro. La tarda età del ferro è documentata dal ricco corredo di una tomba maschile, in cui il defunto secondo l’usanza celtica, è stato sepolto con le sue armi e con gli oggetti del mestiere: la spada, ancora inserita all’interno del suo fodero, punte di lancia, un coltellaccio e l’umbone dello scudo, insieme alla cesoia per la tosatura delle pecore.
L’età romana, a cui è dedicata la seconda sala, è documentata da numerosi reperti databili tra l’epoca augustea e quella tardo-imperiale, relativi a ville rustiche e sepolcreti, che testimoniano un popolamento sparso sul territorio, intensificatosi a seguito dell’insediamento dei veterani reduci dalla battaglia di Azio. I resti di condutture idriche in trachite, le macine per cereali e la meridiana in calcare, possono infatti riferirsi proprio a grandi fattorie di campagna (ville rustiche). La vera ricchezza di questa sala è costituita dai monumenti sepolcrali e dai ricchi corredi che li accompagnano. Tra tutti spicca la grande stele in biancone della Gens Vassidia, decorata da raffinati fregi in bassorilievo, che Postumulena Sabina, una facoltosa proprietaria terriera, commissionò per sé e per i suoi familiari. Le vetrine custodiscono i ricchi corredi che offrono uno spaccato della vita quotidiana e delle usanze collegate alla cerimonia funebre: lucerne e monete utili al trapasso nell’aldilà; servizi da tavola in ceramica, vetro e metallo per il banchetto funebre; strumenti da toilette come specchi e balsamari; oggetti di uso personale come fibule, bracciali, anelli.
La sezione Medievale e Moderna contiene una ricca collezione di dipinti e ceramiche, ritrovati in varie zone del centro storico e in alcuni dei suoi principali palazzi. Dalla corte d’armi dello stesso Castel San Zeno provengono due affreschi trecenteschi, raffiguranti l’uno la Madonna in trono tra due Santi, l’altro San Prosdocimo e Santa Giustina. Sono esposti anche una Carità di Alessandro Varotari “il Padovanino”, ed una tela tarda dell’atestino Antonio Zanchi (XVII e XVIII sec.). Degna di nota è la grande mappa in pergamena realizzata tra 1566 e 1575 dall’agrimensore e disegnatore pubblico Luca Zappati, col fine individuare le proprietà dell’Abbazia camaldolese di Santa Maria di Carceri nel montagnanese. Si potevano così calcolare i pagamenti delle decime, risolvere controversie confinarie, o regolamentare l’uso dei corsi d’acqua. In basso a sinistra è rappresentata la città murata di Montagnana, con le sue fortificazioni, il duomo di Santa Maria Assunta e la palladiana Villa Pisani. Le vetrine mostrano una consistente raccolta di ceramiche, di tarda epoca medievale e rinascimentale, dalla quale si può avere una panoramica sulla produzione montagnanese (testimoniata da scarti di fornace e altri materiali legati alla cottura ceramica), e dei rapporti con i centri limitrofi di Legnago, Este e Padova.
L’ultima sezione del museo, quella musicale, raccoglie costumi di scena, documenti, fotografie originali, locandine, e numerose altre testimonianze dei due tenori montagnanesi Giovanni Martinelli (1885-1969) e Aureliano Pertile (1885-1952), donati al Comune dagli eredi. La notorietà di Martinelli è legata principalmente ai fasti del Metropolitan Opera House di New York, ove fu scritturato ininterrottamente dal 1913 al 1946. In sala è esposta una raccolta di costumi di scena da lui indossati in opere rappresentate al Metropolitan tra il 1914 e il 1925. Pertile invece deve soprattutto la sua fama alla predilezione che ebbe nei suoi confronti il celebre Toscanini, che lo volle come tenore alla Scala di Milano dal 1916, dove si esibì fino al 1937, quando si ritirò dalle scene per dedicarsi all’insegnamento, sempre a Milano, presso il Conservatorio e alla Scuola di Perfezionamento del Teatro alla Scala.
La salita al Mastio di Ezzelino completa e arricchisce la visita al Castello di San Zeno consentendo, dall’alto dei suoi circa 40 metri d’altezza, una stupenda veduta panoramica sul centro storico, sulla pianura circostante, spaziando fino ai rilievi dei Colli Euganei e Berici. Il mastio deve il suo nome al celebre Ezzelino III da Romano, che nel 1238 incendiò e conquistò la città, iniziando la ricostruzione proprio da questa torre con attiguo castello, attorno al 1242.
Oltre al complesso museale, il castello ospita anche le più importanti istituzioni culturali della città: il Centro Congressi e Mostre alloggiato presso le Sale Veneziana e Austriaca, la Biblioteca Comunale “F. Gambarin”, l’Archivio Storico Comunale e il Centro Studi sui Castelli.
Adiacente al Castello di San Zeno si trova infine l’Arena “Martinelli-Pertile” che nei mesi estivi ospita spettacoli teatrali e di danza, concerti ed eventi di vario genere.
English version
St. Zeno’s Castle, the most ancient complex among the medieval fortifications in Montagnana, after the 1996 renovation, preserves the historical memory of the city and houses some of its most prestigious cultural institutions.
The Civic Museum is dedicated to the memory of the well-known montagnanese citizen Antonio Giacomelli, honorary inspector of the Archeologic Superintendence. Great connoisseur of the history of our territory, the institution of the museum was passionately promoted through his work, giving impulse to a new exposition of the collections and to their union with the finds kept in the roman lapidary, initially situated in the ancient church of St. John of Battuti.
The guided tour to the museum allows to admire the suggestive inner courtyard of the castle and have access to the archaeological, medieval and modern and musical sections.
The first room of the archaelogical section gathers materials from the Prehistoric and Protohisyoric Age and houses the most ancient finds from the Montagnanese territory, dating back to the late Neolithic and Aneolithic period (end of the 4th-3rd millennium B.C.), mainly composed of flint artefacts.
This is followed by archaeological evidence dating back to the Bronze Age, everyday objects such as mugs and bowls, flint and horn tools, and ossuary vessels containing the remains of the cremation of the deceased. However, the most important and most consistent evidence of ancient Montagnana regards the Iron Age and was found in Borgo S. Zeno. In fact, here, along the ancient course of the Adige river, there was an important protohistoric settlement that can be dated between the end of the Bronze Age and the beginning of the Iron Age (12th-8th century BC). The working of ceramics, spinning, weaving, the bronze industry, the working of bone-horn and glass paste are documented. The late Iron Age is certified by the rich equipment of a male tomb, which also attests to the Celtic custom of burying the deceased with one's weapons and tools related to the trade, such as the sword, still inserted inside its scabbard, spearheads, a shear, a cutlass and the boss of the shield.
The second room is dedicated to the Roman age, documented by numerous finds dating back to a period of time between the Augustan age and the late imperial age, pertaining to rustic villas and burial grounds, which attest to a population scattered throughout the territory, mainly along the hills rivers of Atesino origin, which intensified following the settlement of veterans returning from the battle of Azio. In fact, the remains of trachyte water pipes, the millstones for cereals and the limestone sundial may refer to rustic villas. The real heritage of the room is made up of the sepulchral monuments and the rich furnishings that accompany them, among all the great stele of the Gens Vassidia stands out, white-colored with fine bas-relief decorations, commissioned for herself and her family by the wealthy landowner Postumulena Sabina. The showcases show the rich kits that tell the story of daily life and the customs associated with the funeral ceremony: oil lamps and coins linked to the passage to the afterlife; tableware in ceramic, glass and metal for the funeral banquet; toilet tools such as mirrors and balsamariums; personal items such as brooches, bracelets, rings.
The Medieval and Modern section contains a rich collection of paintings and ceramics, found in various areas of the historic center and in some of its main buildings. The two fourteenth-century frescoes come from the inner courtyard of St. Zeno’s Castle, one depicting the Madonna enthroned between two saints, the other St. Prosdocimo and St. Giustina. Among others, the Charity by Alessandro Varotari called "il Padovanino" and a late canvas by the native Antonio Zanchi (17th and 18th centuries) are also on display. Worthy of note is the large parchment map created between 1566 and 1575 by the land surveyor and public designer Luca Zappati, to identify the properties of the Camaldolese Abbey of Saint Mary of Carceri in the Montagnana district. Tithe payments could thus be calculated, border disputes resolved, and the use of watercourses regulated. At the bottom left is the walled city of Montagnana, with its fortifications, the cathedral of Santa Maria Assunta and the Palladian Villa Pisani. In the showcases there is a substantial collection of ceramics from the late Middle Ages and the Renaissance, from which one can have an overview of the production in Montagnana (as evidenced by furnace waste and other materials related to ceramic firing), and relations with the neighboring centers of Legnago, Este and Padua.
The last section of the museum, the musical one, collects stage costumes, documents, original photographs, posters, and numerous other testimonies of the two Montagnanese tenors Giovanni Martinelli (1885-1969) and Aureliano Pertile (1885-1952), donated to the Municipality by the singers’ heirs. Martinelli performed in the major theaters of Europe and the Americas; however, his legendary fame is linked to the glories of the Metropolitan Opera House in New York, where he was employed continuously from 1913 to 1946. A collection of stage costumes worn by him in operas performed at the Metropolitan between 1914 and 1925 is exhibited in the room. Pertile, on the other hand, mainly owes his fame to the predilection that the famous Toscanini had towards him, who wanted him as a tenor at the Scala in Milan from 1916, where he performed until 1937, when he retired from the scene to devote himself to teaching, always in Milan, at the Conservatory and at the Scuola di Perfezionamento at the Teatro alla Scala.
The climb to Ezzelino’s Tower completes and enriches the visit to St. Zeno’s Castle allowing, from its height of 40 meters, a wonderful panoramic view on the city centre, on the surrounding countryside, stretching to the Euganean and Berici Hills. The keep is named after the infamous tyrant Ezzelino III da Romano, who set the city on fire and conquered it in 1238, starting its reconstruction from this tower with the nearby castle, around 1242.
Other than the museum rooms, the castle houses the most important cultural institutions: the Congress and Exhibition Centre accomodated in the Venetian and Austrian Rooms, the “F. Gambarin” Civic Library, the Municipal Historical Archive and the Castle Study Centre.
Nearby St. Zeno’s Castle is located the “Martinelli-Pertile” Arena which hosts theatre and dance shows, concerts and other events in summertime.
Informazioni e biglietteria:
Ufficio Turistico IAT – Piazza Trieste, 15 – 0429 81320
ufficioturistico@comune.montagnana.pd.it
Museo Civico “A. Giacomelli” ORARI D'APERTURA
Dal martedì al venerdì: turno unico di visita guidata alle ore 11.00
Orario estivo
Sabato: turni di visita guidata con partenza alle ore 10.30, 11.30, 16.00, 17.00, 18.00
Domenica e festivi: turni di visita con partenza alle ore 11.00, 12.00, 16.00, 17.00, 18.00
Orario invernale
Sabato: turni di visita con partenza alle ore 10.30, 11.30, 15.00, 16.00, 17.00
Domenica e festivi: turni di visita alle ore 11.00, 12.00, 15.00, 16.00, 17.00
Chiuso: lunedì, martedì, Natale e Capodanno.
Tariffe (comprensive di visita guidata):
€ 3,00 intero
€ 1,80 ridotto (per ragazzi dai 7 ai 16 anni e per gruppi organizzati di almeno 10 persone, nonchè per soci TCI, fatta salva la gratuità per i bambini fino ai 6 anni e per i residenti nel Comune di Montagnana nell’ultimo sabato di ogni mese).
Servizi accessori: ascensore, toilette, visite guidate, laboratori didattici (bookshop, materiale turistico, informazioni e accoglienza turistica)
Tutte le sale sono accessibili anche a persone con disabilità, alcune sale sono dotate di pannelli in braille
Mastio di Ezzelino ORARI D'APERTURA
Orario estivo
Dal martedì al venerdì: 9.30-12.30 e 16.00-19.00
Sabato: 9.30 – 19.00
Domenica e festivi: 10.00 – 19.00
Orario invernale
Dal martedì al venerdì: 9.30-12.30 e 15.00-18.00
Sabato: 9.30 – 18.00
Domenica e festivi: 10.00 – 18.00
Chiuso: lunedì, Natale e Capodanno.
Tariffe:
€ 1,80 tariffa unica